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L'autografo sconosciuto di Francesco Guicciardini

Scoperto alla Biblioteca nazionale centrale di Firenze, il testo inedito, non firmato, proveniente dalla biblioteca palatina lorenese, è datato agosto 1515 ed è corredato dal disegno di un prototipo di carro armato

In una cartella contenente materiali di varia provenienza, probabilmente raccolti nel sec. XIX per volontà del giovane Leopoldo II d’Asburgo-Lorena, i paleografi impegnati nel completamento della catalogazione dei manoscritti provenienti dalla biblioteca palatina lorenese hanno scoperto un testo inedito, non firmato ma attribuibile con certezza a Francesco Guicciardini, datato all’agosto 1515 e corredato dal disegno di un prototipo di carro armato, con tanto di razzi.

Guicciardini e i carri armati di Lorenzo
Nel 1515 Francesco Guicciardini, il futuro autore della Storia d’Italia, fu eletto tra i Signori della Repubblica di Firenze ed entrò a far parte del consiglio privato di Lorenzo de’ Medici il Giovane, capitano generale della milizia fiorentina e dedicatario del Principe di Machiavelli. Erano gli anni turbolenti delle guerre d’Italia.
A gettare nuova e curiosa luce sui rapporti tra i due interviene un testo finora sconosciuto di pugno di Guicciardini stesso, datato all’agosto del 1515, un mese prima dell’epocale battaglia di Marignano. Guicciardini descrive un segreto militare noto solo a lui e a Lorenzo, cioè il progetto estremamente dettagliato di una «machina trovata da Francesco Barducci». Il suo funzionamento è illustrato nei minimi dettagli, ma l’erudito Guicciardini, certo più abile con le parole che con le figure, prova comunque a farne un disegno, «el meglio ha saputo»: si tratta del prototipo di un carro armato, con tanto di «razzi». Sotto la minaccia incombente dello scontro, ogni nuova scoperta, ogni nuovo ingegno poteva rivelarsi vitale.
L’inedito guicciardiniano è stato scoperto alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze durante i lavori del progetto PAL-MO (Palatino-Manus on line), che da qualche mese vede impegnati alcuni esperti paleografi e codicologi nel completamento della catalogazione dei manoscritti provenienti dalla biblioteca palatina lorenese.
Il testo non è in alcun modo firmato: l’attribuzione è stata possibile soltanto confrontando la pagina con altri autografi guicciardiniani, assolutamente sovrapponibili. Si trova all’interno di una cartella contenente materiali di varia provenienza, probabilmente raccolti nel sec. XIX per volontà del giovane Leopoldo II d’Asburgo-Lorena. Tra questi, si trovano altri autografi finora sconosciuti di importanti personaggi della vita fiorentina del tempo, quali il poliedrico Vincenzio Borghini e l’astronomo Egnazio Danti.
Il faticoso lavoro di decifrazione e studio delle antiche carte, soltanto apparentemente arido ed erudito, è in grado di regalare ancora nuovi e sconosciuti episodi alla storia d’Italia.

La descrizione analitica dei materiali raccolti nella cartella, che dovranno essere ancora oggetto di approfondimento, è disponibile nella base dati Manus OnLine:
https://manus.iccu.sbn.it//opac_SchedaScheda.php?ID=283839&preview=1 


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